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Bambini più bassi: importanza sport

Gen 17
Scritto da Annamaria avatar

I bambini inglesi sono più bassi di quelli coetanei di altri Paesi. “Negli ultimi dieci anni, secondo i dati, pubblicati da The Guardian, l’altezza media dei bambini inglesi di cinque anni  (110,9 cm) è scesa di 33 posti nelle classifiche internazionali, fino alla posizione 102. Per le bambine, si registra invece un calo di 27 posizioni, per un’altezza media di 109,9 cm”, si legge su La Gazzetta dello Sport. Colpa di povertà e malnutrizione. In Italia la situazione non è florida. L’altezza media non aumenta da 35 anni. L’importanza dello sport e di una dieta sana sicuramente aiuta.

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Majid Ezzati, professore di Salute globale all’Imperial College di Londra, in merito ai bambini più bassi al Times dice: “La causa della crescita rallentata dei bambini? Sembra essere la loro malnutrizione, soprattutto nelle comunità più povere del Paese. Sempre meno famiglie britanniche possono permettersi il cibo nutriente che aumenta lo sviluppo dei bambini senza farli ingrassare, come legumi, pesce, frutta e carne magra”. Tra i deterrenti alla crescita ci sono la sedentarietà e l’alimentazione. Per questo l’importanza dello sport diventa fondamentale.

E’ bene sottolineare che l’altezza è geneticamente determinata. L’importanza dello sport sta nel fatto che impegnandosi si può migliorare ad esempio la propria postura, stando così più eretti e quindi spingendo il corpo alla massima altezza possibile. Bambini più bassi? Genetica a parte, è indispensabile che migliorino la dieta e sviluppino muscoli e ossa, così da essere notevolmente più sani, e stando dritti, anche un po’ più alti.

Bambini social

Gen 14
Scritto da Annamaria avatar

Dobbiamo riflettere. I bambini sono social sin dalla nascita ormai. Noi adulti pubblichiamo le loro foto da quando nascono fino a quando diventano adolescenti e oltre. Sono i nostri figli. E’ vero, ma non sono nostra proprietà. Noi decidiamo che diventino social loro malgrado.

L’Unità nella rubrica Bambini social – Un giorno questo like diventerà tuo” pubblica il contributo di esperti su un tema assai caldo: l’opportunità di postare le foto dei nostri piccoli sul web, creando così, a loro insaputa un’identità social che rimarrà in eterno. 

La psicologa e psicoterapeuta Simona Piemontese a tal proposito, con le sue parole sui bambini social, fa davvero pensare. “Il bisogno di condividere le foto dei nostri figli è, evidentemente, un bisogno nostro. Certamente non loro. Senza assolutamente demonizzare la condivisione sui social tout court, ci dovremmo chiedere ‘perché lo facciamo?’, ‘che senso attribuiamo a ciò?’. I motivi sono i più disparati. Tanti like, rinforzano positivamente chi li riceve, gratificano. Mostrano che genitore sono. Mi avvicinano a chi è lontano. Rendono l’immagine di me che voglio dare al mondo, per quanto questa possa essere magari lontanissima dalla realtà. Potremmo continuare ma vorrei soffermarmi sul bambino”, spiega.

“Un figlio, soprattutto piccolo, potrebbe, un giorno, non gradire quelle foto postate sui social. Se penso alle foto della mia infanzia, negli anni ‘80, con vestiti improbabili, tagli di capelli improbabili, da adolescente non avrei gradito vederle su Facebook. Oggi sono adulta e sono capace di riderci su, attrezzata per farlo. I nostri figli, oggi piccoli ma domani adolescenti, lo saranno? In un’epoca dove tutto è osservato, dove tutto è potenzialmente oggetto di commenti, cosa accadrà?”, sottolinea ancora la Piemontese.

“Non voglio pensare, per forza, a scenari drammatici, seppure possibili, in cui foto private o condivise con pochi amici, finiscano in mani sbagliate. Penso soltanto a un concetto di privato, di intimo, su cui, postando una foto di mio figlio, sto facendo una scelta che lo riguarda ma su cui lui non ha scelta. Quella foto non sarà più privata, quel ricordo non sarà più intimo. Sono io che scelgo per lui. Scelgo per lui un’identità ‘social’ che, come sappiamo, è pressoché eterna. Allo stato, non disponiamo di dati sostanziali. Nonostante il fenomeno sia molto studiato, è troppo recente per comprenderne appieno la portata. Ma lo sguardo che ho sulla adolescenza, attraverso la mia professione, mi porta a pensare che i nostri ragazzi non sono sempre così felici di ritrovarsi in rete, attraverso gli occhi dei genitori”, continua l’esperta.

“Hanno bisogno di costruire la loro identità, anche quella virtuale. E hanno bisogno di farlo seguendo le loro inclinazioni che potrebbero non corrispondere alle nostre. Hanno bisogno di declinarsi per come sono oggi, e non già per la storia ‘digitale’ che abbiamo creato noi per loro. La costruzione dell’identità è un tema così complesso, travagliato, anch’esso così intimo che necessita di delicatezza e attenzione. Così come i loro genitori che hanno bisogno di ‘postare’ foto per riceverne feedback, gli adolescenti hanno bisogno di presentarsi al mondo e sperimentarne la risonanza. Vorrei che fossero liberi. Liberi di decidere chi sono, chi vogliono essere con ciò che abbiamo costruito assieme a loro con fatica, che certamente è più dei like su un social”, prosegue. 

“Altrettanta importanza andrebbe data, anche, all’aspetto sociale di questo tema per gli adolescenti: il bisogno di accettazione dei pari, la paura di essere valutati negativamente, di ricevere commenti negativi fino al timore di essere vittime di bullismo o cyber bullismo. Timori, oggi più che mai, attuali”, chiarisce la psicologa.

“In sostanza, credo che sia necessaria molta più attenzione e consapevolezza da parte dei genitori, rispetto a qualcosa di molto più complesso di una semplice foto lasciata sui social. Consapevolezza rispetto alla costruzione dell’identità digitale che stiamo fornendo ai nostri figli attraverso la loro esposizione su un social. Consapevolezza che stiamo facendo una scelta per loro, ma che potrebbero, un giorno, non condividere. Forse dovremmo chiederci cosa significhi un like e se ci possa essere un’eredità. Potremmo riflettere su chi i nostri bambini e i nostri adolescenti vedano avere tanti like. Spesso a personaggi di ben poco spessore”, infine conclude la Piemontesi.

Bambini: nomi più scelti 

Gen 03
Scritto da Annamaria avatar

Come chiamare i propri bambini? I nomi più scelti nel 2022-23 vedono sempre le stesse tendenze. Nonostante esistano miriade di nomi e i genitori si impegnino a cercare, usando libri e confronti famigliari, quelli che piacciono paiono sempre gli stessi.

bambini nomi piu scelti

Chissà cosa accadrà in questo 2024 appena iniziato. I nomi più scelti per i bambini, quelli più diffusi e amati in Italia per il maschietto, nella top ten, finora sono stati:

  • Leonardo
  • Francesco
  • Alessandro
  • Lorenzo
  • Mattia
  • Andrea
  • Tommaso
  • Gabriele
  • Riccardo
  • Edoardo

Anche con le femminucce le cose nel 2022-23 sono rimaste pressoché invariate. Si fanno strada anche dei nomi tra quelli più scelti per i bambini, ops, le bambine, stranieri, come Nicole, ma sono fuori dalla classifica dei primi dieci. Eccola qui di seguito:

  • Sofia
  • Aurora
  • Giulia
  • Ginevra
  • Vittoria
  • Beatrice
  • Alice
  • Ludovica
  • Emma
  • Matilde

Le mamme e i papà sembrano comunque amare anche Chloé, Amelie, Frida, Emily, Zoe, Mia, Agnese, Nora, Rebecca. Per i maschietti Nathan, Leone, brando, Liam, Loris, Denis, Elia, Noah, Milo.

Per chi è in dolce attesa, scegliete con cura e ricordate che secondo la legge nel Bel Paese si può dare al proprio figlio un massimo di tre nomi. Se non li separate con la virgola, saranno obbligati, da grandi, a riportarli nella firma, Quindi occhio! Io sono andata sul classico a suo tempo, decidendo per Benedetta. All’anagrafe l’ho registrata solo così, riservando il secondo e terzo nome solo alla Chiesa nel battesimo. Avendo un cognome abbastanza lungo, ho evitato problemi.

Parental control

Dic 31
Scritto da Annamaria avatar

Il parental control ci aiuta a proteggere i nostri figli dai pericoli della Rete, che sono innumerevoli. E’ uno strumento fondamentale per filtrare i contenuti a cui i minori possono avere accesso tramite gli ormai tanti device che fanno parte del nostro e del loro quotidiano.

Parental control

La flessibilità del parental control si riflette nella sua capacità di adattarsi a diverse tipologie di dispositivi elettronici. Esistono diverse opzioni tra cui scegliere, ognuna progettata per fornire un controllo mirato su specifici aspetti dell’esperienza digitale dei minori. Queste soluzioni possono essere facilmente scaricate e installate su qualsiasi dispositivo connesso a Internet. La chiave per sfruttare appieno i benefici del parental control risiede nella sua corretta attivazione e configurazione. A questo proposito, i genitori possono rivolgersi ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica. Solitamente i gestori telefonici con cui hanno sottoscritto il contratto per l’accesso a Internet. Questi fornitori possono offrire informazioni dettagliate su come attivare e personalizzare il parental control in base alle esigenze specifiche della propria famiglia, chiarisce una nota pubblicata da Adnkronos.

Intanto ha preso il via la nuova campagna di comunicazione istituzionale dal titolo Parental Control. Proteggi il mondo dei tuoi figli“. L’iniziativa vuole sensibilizzare i genitori sull’importanza di utilizzare questo strumento per proteggere i propri figli dagli eventuali rischi presenti nel mondo digitale. La Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Maria Roccella ha promosso la campagna. Il Dipartimento per le politiche della famiglia, insieme al Dipartimento per l’informazione e l’editoria, l’ha realizzata in collaborazione. Il tutto è stato reso possibile grazie alle nuove misure di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, inclusi nel recente “Decreto Caivano”. L’obiettivo è raggiungere un vasto pubblico e proteggere così la nuova generazione dalle potenziali minacce online.

Ricordiamoci di attivare il parental control. Facciamolo ora, iniziamo questo 2024 con più attenzione e tranquillità.

Novel food sicuri anche per bambini

Dic 28
Scritto da Annamaria avatar

Si chiamano novel food, sono gli alimenti a base di insetti. L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha assicurato che quattro di questi sono sicuri anche per i bambini, come riportato da Italian Journal of Pediatrics. Ma i dubbi dei medici permangono.

I novel food nascono per proteggere il Pianeta, cercando nuove fonti di proteine. Come scrive il Corriere della Sera, “tra il febbraio 2022 e il febbraio 2023, la Commissione europea ha autorizzato l’Unione europea (UE) a immettere sul mercato quattro prodotti derivati da insetti che fanno parte dei cosiddetti nuovi alimenti o ‘novel food’. Espressione con cui ci si riferisce a qualsiasi cibo o ingrediente non utilizzato per il consumo umano su scala significativa nell’UE prima del 15 maggio 1997”.

Quelli approvati, ritenuti sicuri per tutti, anche per i bambini, dall’EFSA sono: verme giallo essiccato (larva di Tenebrio molitor); formulazioni di locuste (Locusta migratoria) congelate ed essiccate; formulazioni di grilli interi (Acheta domesticus) congelate ed essiccate; polvere di grilli (Acheta domesticus) parzialmente sgrassata. 

I novel food sono effettivamente sicuri anche per i bambini? I pediatri rimangono dubbiosi. “L’analisi dell’EFSA dei nuovi alimenti non è specifica per età. E questo è uno dei motivi di preoccupazione per un possibile inserimento di questi prodotti nella dieta dei bambini”, spiega Lorenzo Norsa, pediatra gastroenterologo. Il coordinatore dell’area di Nutrizione della Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP) e coautore della ricerca chiarisce: “L’analisi è basata su una applicabilità su ampia scala sul mercato europeo di tali cibi. E su un principio di non pericolosità. Non sono però presi in considerazione nello specifico i fabbisogni nutrizionali di alcune fasce di età particolari come i lattanti e i bambini. Nonché le differenze territoriali che determinano differenti schemi dietetici. Come la dieta mediterranea tipica della nostra area”.

Le proteine sono fondamentali per la crescita dei piccoli, le farine di insetti ne contengono molte. Ma c’è un ma. “Sul versante nutrizionale non disponiamo di alcuno studio che ci dimostri che un loro impiego in sostituzione di altre fonti di proteine in bambini normalmente alimentati con una dieta bilanciata come quella mediterranea possa rappresentare un reale beneficio”, precisa Norsa. “Al contrario. Sembra indiscutibile il vantaggio potenziale sulla sostenibilità ambientale e sull’ecologia di questa forma di proteine che non necessita di grandi terreni per la coltivazione e che non produce alte quantità di materiale da smaltire”.

“Il potenziale rischio allergico deriva dall’integrazione di un nuovo alimento che comunque è stato descritto come causale di reazioni anafilattiche in studi provenienti dall’Oriente”, sottolinea ancora Norsa. “Inoltre ci può essere una potenziale sovrapposizione allergica di alcuni componenti della farina di insetti con i crostacei,. Sono alimenti con un alto potenziale allergogeno. L’attenzione deve, quindi, essere posta in particolare per le prime somministrazioni in pazienti piccoli”.

“E’ importante, per pensare di introdurre alimenti nuovi sul mercato soprattutto nelle fasce di popolazione in crescita come i bambini, disporre di evidenze convincenti sulla loro sicurezza. Ma anche sul possibile impatto benefico in termini nutrizionali”, spiega ancora il medico. 

“I novel food, e non parlo solo di insetti, che vengono introdotti in modo massivo nella nostra alimentazione sono un fenomeno recente. E destinato a svilupparsi sempre di più nei prossimi anni”, precisa Claudio Romano. E’ presidente SIGENP e direttore di Gastroenterologia e fibrosi cistica pediatrica all’Università di Messina. Il coautore dello studio citato aggiunge: “Non basta indagare se sono indicati nella dieta degli adulti. E’ necessario chiarire specificamente, e senza lasciare zone d’ombra, se possono essere inclusi nell’alimentazione dell’infanzia. E quali sono le eventuali cautele. Questo è un compito nuovo e molto delicato che riguarda proprio i pediatri nutrizionisti. E quindi la nostra società scientifica. Direi una nuova area di lavoro”.

Bambini iperattivi

Dic 27
Scritto da Annamaria avatar

In questi giorni di festa avete avuto a che fare per molto più tempo del solito con i vostri figli. Se siete genitori di bambini iperattivi, è importante sapere come gestirli al meglio. Spesso non è facile.

bambini iperattivi

La dott.ssa Alessia di Costanzo, terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Domodossola, chiarisce alcuni punti. “Se vogliamo aiutare il bambino a regolarsi dobbiamo, in primis, imparare a regolare e modulare le nostre emozioni. L’adulto deve rappresentare per il bambino un facilitatore che possa supportarlo nell’interazione e contenerlo nell’attività. La prima cosa da fare quindi è lavorare sulle nostre emozioni, conoscere le nostre risposte emotive alle situazioni difficili o frustranti imparando ad individuare e riconoscere i segnali che il nostro corpo ci manda.   Non esiste uno strumento universale perché ognuno di noi vive e percepisce in maniera diversa ma partire dall’ascolto, di noi stessi e poi dei nostri bambini, è fondamentale per individuare quelli giusti. Nell’ottica dell’ascolto possiamo poi mettere in atto alcune facilitazioni concrete per supportare la regolazione. Possiamo individuare tre aree di intervento: gli spazi, le routine, il corpo”.

Noi adulti dobbiamo fare da filtro ai bambini iperattivi. “Dobbiamo creare per il bambino degli spazi di gioco sicuri e che possano facilitarlo nella regolazione. Innanzitutto, proviamo a ridurre i giochi a vista o a portata di mano affinché il bambino non passi continuamente da un’attività all’altra e se richiede di cambiare attività coinvolgiamolo attivamente nel riordino, cercando di fare in modo che ci sia sempre un unico materiale a disposizione a cui dedicarsi”, spiega l’esperta. 

“Può essere anche utile dare una collocazione e un limite chiaro alle attività creando degli ‘angoli’ di gioco definiti, ad esempio, ‘le costruzioni si usano sul tappeto’, ‘i pennarelli sul tavolino piccolo’, e via dicendo. In questo modo forniamo al bambino un contenimento visivo e spaziale. Anche creare uno spazio morbido sensomotorio dove sperimentare con il corpo può aiutare a incanalare l’energia motoria del bambino in un contesto positivo e di scoperta”, sottolinea ancora, parlando dei bambini iperattivi.

“Per i bambini che faticano a regolarsi è utile rendere ciò che avverrà prevedibile . E’ utile impostare delle routine per quei momenti della giornata nei quali il bambino ha difficoltà nel passaggio da una situazione ad un’altra”, dice ancora. Poi parla del corpo: “Spesso trascuriamo l’importanza che il nostro corpo gioca nelle comunicazioni e nella relazione con il bambino”. Deve trasmettere sicurezza e conforto. “Soprattutto coi bambini più piccoli, è fondamentale coinvolgerli in attività di scambio tonico-emozionale per rispondere al bisogno di contenimento fisico e sensoriale. Giochi di abbracci e di opposti (morbido-duro, forte-piano), li aiutano a comprendere come modulare il proprio corpo.  Nel giocare possiamo guidarli fisicamente mettendo la nostra mano sulla loro in modo che possano sentire la forza necessaria a svolgere l’attività. Ad esempio, quando riponendo i giochi li buttano con forza nella scatola, proviamo a guidarli nel movimento”. 

Regali di Natale

Dic 25
Scritto da Annamaria avatar

Oggi state festeggiando il Santo Natale. E ci sono i tanto agognati regali di Natale sotto l’Albero. Li avete già aperti per caso? Lo domando perché da un po’ di anni con mia figlia c’è una diatriba in atto. Finché abbiamo festeggiato in casa nostra, i doni, quelli comprati da noi e quelli portati da Santa Claus, venivano scartati dopo la mezzanotte. Ora che invece andiamo a celebrare questo importante giorni dai parenti di mio marito, l’usanza è un’altra…

regali di natale

Da mia cognata i regali di Natale si aprono il 25, ossia oggi, addirittura dopo il lunghissimo pranzo. Bibi polemicamente si oppone: lei, impaziente, anche ora che di anni ne ha compiuti ben 17, vorrebbe continuare ad aprirli dopo la mezzanotte, appena trascorsa la Vigilia. Ma la zia è categorica a riguardo e anche tutti gli altri esponenti del resto della famiglia.

La regola, a quanto leggo, imporrebbe che se si sta festeggiando la vigilia i doni andrebbero aperti a mezzanotte; se invece si festeggia il natale, dovrebbero essere scartati il 25, ma prima di sedersi a tavola. Dovrò sottolinearlo a Miryam…

Da lei non solo si aprono dopo il pranzo, ma uno alla volta. Siamo in tantissimi e i regali di Natale sono davvero moltissimi. Se ne prende una alla volta, si legge a chi è indirizzato, glielo si consegna e l’interessato lo  apre davanti a tutti, mostrandolo, ringraziando e così via. L’operazione doni occupa quasi due ore del pomeriggio. E mia figlia scalpita.

Voi che usanza avete? Intanto tanti auguri!

Bambini: altro effetto della pandemia

Dic 21
Scritto da Annamaria avatar

Li ha resi più fragili mentalmente. C’è un altro effetto della pandemia. I bambini nati subito prima o durante questo orribile periodo sembrano avere più difficoltà a parlare, a sviluppare le loro capacità linguistiche. 

bambini altro effetto della pandemia

Uno studio condotto da quattro psicologi spagnoli, docenti dell’Università Autonoma e della Complutense di Madrid (Eva Murillo, Marta Casla, Irene Rujas e Miguel Lázaro) lo mette nero su bianco. Questo è un altro terribile effetto della pandemia. I bambini ne pagano le conseguenze. Gli studiosi in un intervento su The Conversation spiegano: “Le interazioni sociali nei primi mesi di vita sono fondamentali affinché i bambini imparino a comunicare e sviluppino le loro abilità linguistiche. Il contatto fisico, il tatto, il sorriso e le nostre prime ‘conversazioni’ faccia a faccia sono i pilastri su cui costruiamo la nostra comprensione del mondo sociale”. Ma tutto ciò è stato sacrificato nei tempi del lockdown e delle mascherine…

La ricerca ha coinvolto 153 bambini di età compresa tra i 18 e i 31 mesi. “I nostri risultati – scrivono gli esperti – hanno mostrato che i bambini nati durante la pandemia usavano meno parole distinte. Il che significa che avevano un vocabolario più piccolo rispetto a quelli nati prima di essa. Questi ultimi, inoltre, erano in grado di utilizzare frasi più complesse, con più parole e una gamma più ampia di strutture. In un contesto normale, si prevede che gli effetti della pandemia sullo sviluppo del linguaggio si compensino nel tempo. Tuttavia, questa situazione ha rappresentato un ulteriore fattore di rischio per i bambini più vulnerabili. Quelli che corrono maggiori rischi di difficoltà di sviluppo, sia per ragioni biologiche che sociali”.

Questo altro effetto della pandemia impone ai genitori di bambini che presentano difficoltà nel parlare la diagnosi precoce. “Se la diagnosi precoce era già cruciale, ora, sulla scia della pandemia, è essenziale. Anche se la crisi del Covid-19 può sembrare una cosa del passato, i suoi effetti sulla salute mentale della popolazione in generale, e sullo sviluppo dei bambini in particolare, sono ancora una realtà. C non possiamo e non dobbiamo ignorare”, sottolineano i ricercatori.