Parto: contro il dolore arriva l’autoipnosi

Il parto indolore è già una realtà, grazia anche l’epidurale (lo dice chi l’ha fatta e si è trovata alla grande!).
Ora però arriva una sperimentazione dall’Inghilterra che potrebbe permettere con l’autoipnosi di dare alla luce un figlio in modo del tutto naturale e, udite, udite, senza urlacci di dolore.
La ricerca è stata finanziata interamente dal sistema sanitario nazionale britannico. E’ ancora in corso d’opera e ci fa sapere che l’autoipnosi è l’alternativa più valida all’uso di farmaci durante il parto. Anche perché i farmaci in questione pare possano essere dannosi sia per la gestante per per il bimbo e possano provocare ritardo, con conseguente taglio cesareo all’ultimo istante utile, o ostacolale il successivo allattamento al seno. Inoltre sarebbero anche una delle cause che favoriscono la depressione post partum. Mica male, eh?!? (altro…)
Cicogna in volo: come lo/a chiamiamo?

Scegliere il nome per il proprio bebè non è sempre facile. Molte volte prevale per i futuri genitori il desiderio di dare al nascituro il nome della nonna o il nonno, a volte è un libro o un film a ispirarli, altre volte si preferisce guardare in faccia il neonato e farsi trasportare dell’entusiasmo.
Nella top ten dei nomi più scelti nel 2010 a farla da padrone sono quelli classici. Niente stravaganze tanto care, ad esempio, ai famosi che per i pargoletti scelgono nomi davvero singolari… (altro…)
L’amniocentesi? Potrebbe essere superata…

Niente più esami invasivi in gravidanza per sapere se il futuro nascituro è affetto o meno da animalie cromosomiche. Tra qualche anno dovrebbero essere out, sostituiti da altre tecniche diagnostiche più semplici.
Alla 26esima assemblea annuale della Società europea di riproduzione umana ed embriologia (Eshre) è stata illustrata la tecnica chiamata ‘Amplificazione legatura-dipendente multipla della sonda (MLPA)’, nome complicato, ma solo quello… (altro…)
Bimbi intelligenti grazie a mammà

Di mamma ce ne è una sola ed è pure grazie a lei che un bimbo è più o meno intelligente.
Lo si poteva già intuire senza ricerche mediche, ma arriva quella del Prof. Alfredo Pontecorvi dell’Università Cattolica di Roma a dare ulteriori certezze.
Secondo lo studio, se la futura mamma ha disfunzioni tiroidee nei primi tre mesi di gravidanza, il nascituro potrebbe avere un quoziente intellettivo (QI) inferiore alla norma, questo perché al feto manca la funzione tiroidea ed è grazie al passaggio degli ormoni tiroidei della madre attraverso la placenta che si sviluppa il cervello. (altro…)