Allergie: 8 regole per contrastarle

Saliranno a dismisura. Cosa? Le allergie, tutta colpa dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Al XXVII Congresso nazionale la Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica dà le 8 regole, dirette alle istituzioni, per contrastarle: le riporta il Corriere della Sera.

“Il riscaldamento globale – spiega il professor Michele Miraglia del Giudice, presidente Siaip – favorisce l’aumento della concentrazione di biossido di carbonio, sostanza in grado di stimolare una maggiore produzione di polline da parte, per esempio, di betulle e ambrosia, responsabili di moltissime reazioni allergiche. Ormai i pollini sono presenti tutto l’anno ed è aumentata anche la quantità”.
“L’aumento dell’ozono troposferico – aggiunge il professor Gianluigi Marseglia, past president di Siaip – possono aggravare rinite allergica, asma, dermatite atopica. Uno studio svedese sottolinea come l’esposizione a pollini nei primi mesi di vita, o addirittura nella vita intrauterina, sia associato a una maggiore probabilità di sensibilizzazione allergica e insorgenza di malattie respiratorie”.
I dati in Italia riguardo le allergie sono allarmanti. Secondo Save the Children, l’8,4 per cento dei piccoli tra i 6 e i 7 anni soffre di asma correlata all’inquinamento. L’81,4 per cento vive in zone inquinate da polveri sottili, il 100 per cento in 8 Regioni: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte Puglia, Trentino e Veneto. Le istituzioni dovrebbero fare tesoro delle 8 regole per contrastarle.
Il Manifesto Siaip rivolto alle istituzioni mostra le 8 regole per contrastarle. Le allergie legate al cambiamento climatico altrimenti diventeranno un problema sempre più serio.
1. piani di controllo dell’inquinamento: riduzione delle emissioni urbane per migliorare la qualità dell’aria; riduzione delle emissioni di gas serra;
2. rafforzamento delle strategie di sanità pubblica attraverso misure come il miglioramento della ventilazione e il controllo dell’umidità;
3. eliminazione delle fonti inquinanti indoor, come il fumo di sigaretta e di sigarette elettroniche;
4. progettazione urbana sostenibile: aumento delle aree verdi per ridurre la dispersione degli allergeni, interventi mirati per migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la qualità degli edifici per prevenire la sick building syndrome, attraverso una migliore ventilazione, l’uso di materiali non inquinanti e la riduzione dell’umidità indoor;
5. monitoraggio pollinico: creazione di sistemi di allerta precoce per informare in maniera corretta e puntuale la popolazione;
6. educazione e sensibilizzazione: informare la popolazione sui rischi e sulle strategie preventive; diffusione di informazioni tempestive sui livelli di allergeni nell’aria;
7. ricerca e innovazione: sviluppo di nuove terapie e strategie per migliorare la gestione delle allergie ambientali;
8. collaborazione internazionale: sviluppo di programmi di ricerca congiunti a livello europeo e globale per studiare gli effetti del cambiamento climatico sulle allergie.
Bambini: come accudire i cani

I bambini molto piccoli non sanno come accudire i loro cani, che fanno assolutamente parte della famiglia. Veruska Negri, istruttrice cinofila e coadiutrice del cane, dà qualche dritta.
L’esperta a Fanpage spiega come i bambini possono accudire i cani. Quali compiti possono dar loro mamma e papà riguardanti l’amico a quattro zampe. Certo, è importante che i grandi vigilino. Devono essere compiti strutturati anche in base all’età del piccolo e alla stazza dell’animale.
Come accudire i cani? “Il primo compito che possono assumere i bambini non appena iniziano a muovere i primi passi, tra il primo e il secondo anno di vita, è quello di rendersi disponibili per nutrirlo. I genitori, consapevoli che il proprio animale domestico non abbia atteggiamenti aggressivi o troppo possessivi in relazione al cibo, possono chiedere al bimbo di preparare la pappa insieme a loro e poi portarla nella ciotola dell’animale insieme. Se il cane invece tende ad essere molto geloso del suo cibo, il bimbo può osservare il genitore che gli spiega come nutrirlo”, dice la Negri.
L’istruttrice poi aggiunge: “Quando il bambino cresce e diventa adolescente, con molta probabilità sentirà l’animale più suo, quindi può portarlo a passeggio. In questo caso però bisogna valutare le capacità fisiche del ragazzo e la stazza e l’indole dell’animale. Un altro modo per prendersi cura del proprio animale, dopo che lo si conosce da tempo, piò essere mettere in guardia gli amici, se si tratta di un animale adottato che è spaventato dagli umani, può invitarli a non avvicinarsi per esempio oppure spostare l’animale in un altro luogo per giocare con i propri amici”.
Plumcake alle fragole

In questo periodo dell’anno si trovano facilmente e allora perché non utilizzarle per un dolce super buono? Il plumcake alle fragole è perfetto per la merenda dei ‘cuccioli’ di casa. Come realizzarlo tutte sole (o con i nostri bambini)?

Per fare il plumcake alle fragole occorre avere:
3 uova
120 grammi di zucchero
80 ml di olio di semi
80 ml di latte
240 grammi di farina 00
8 grammi di lievito per dolci
140 grammi di fragole
80 grammi di zucchero a velo
Succo di limone
In una ciotola rompere le uova, unire lo zucchero e mescolare con la frusta, aggiungere olio di semi, la farina, il lievito per dolci e il latte. Amalgamare bene il tutto. Lavare e tagliare a pezzetti le fragole, poi aggiungere pure queste all’impasto. Foderare uno stampo per il plumcake con carta forno e versare composto. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 35 minuti. Fare sempre la prova stecchino per verificare l’effettiva cottura.. Sfornare e far raffreddare. Ora occupiamoci della glassa: mescolare lo zucchero a velo col succo di limone, poi versare tutto sul plumcake alle fragole tolto dallo stampo e lasciar raffreddare. Sarà strepitoso.
Attività all’aperto per bambini

Le attività all’aperto per i bambini sono salvifiche e ora con la bella stagione è necessario svolgerle. Loro giocano, si divertono e non solo. Accrescono le capacità di socializzazione e di rispetto reciproco, avendo pure cura e rispetto per l’ambiente circostante, come sottolineato da John Dewey, filosofo e pedagogista statunitense.

Quali attività fare con i bambini all’aperto? Ad esempio imparare il riciclo. Come? Ce lo spiega Arcipelago Educativo di Save The Children. E’ un gioco a squadre. ”Prevede una staffetta ad ostacoli per fare la raccolta differenziata: a turno, una persona bendata, dovrà riconoscere l’oggetto da eliminare e verrà guidato dai suoi compagni di squadra verso il sacco corretto della raccolta differenziata.Le squadre si alternano in questo gioco, fino ad aver gettato tutti i materiali nei corretti contenitori”.
Non solo: tra le attività all’aperto per i bambini c’è anche lo yoga, con la pratica delle Asana, le varie posizioni che elasticizzano i muscoli aiutati dalla respirazione e danno consapevolezza del proprio corpo, migliorando postura ed equilibrio. Lo yoga, tra l’altro sviluppa la capacità di concentrazione e aiuta nella meditazione, che calma lo stress.
Si possono anche fare giochi matematici, sempre a gare, studiare le piante e magari imparare a coltivare un orto, scegliendo uno spazio tra quelli adibiti. Sono innumerevoli.
Frittelle di banane al limone

Dovete sapere che che, quando desideravo qualcosa di goloso, tagliavo a fette una banana, la mettevo in un piatto e la condivo con zucchero e limone, come si fa con le fragole. Oggi desidero proporvi per i vostri e nostri figli una merenda ancora più stuzzicante: le frittelle di banane al limone. Come prepararle in casa?
Per realizzare le frittelle di banane al limone vi occorre avere:
200 grammi di farina 00
4 cucchiaini di lievito per dolci
200 ml di acqua
2 cucchiai di olio di semi
La scorza grattugiata di mezzo limone
2 banane abbastanza mature
Un pizzico di sale
Olio di semi di arachidi per friggere
Si inizia dalla pastella: in una ciotola mescolare la farina con il lievito, il sale e la scorza di limone. Unite anche acqua e olio e mescolate tutto con la frusta. Ora sbucciate le due banane e tagliatele a fette né troppo sottili, né troppo spesse. Piano, piano unitele alla pastella, ricoprendole totalmente. Ora fate scaldare l’olio per friggere un una padella dai bordi alti. Deve essere a 180°. Prendete con un cucchiaio le banane pastellate e cuocetele, aiutandomi con la schiumarola per girarle e dorarle senza romperle. Quando le frittelle di banane al limone saranno pronte, via, via, mettetele su un piatto ricoperto di carta assorbente. Servitele ancora calde ai bambini: ne saranno entusiasti.
Maritozzi con la panna

A Roma sono un’istituzione. Cosa? I maritozzi con la panna, perfetti per una merenda spaziale per i piccoli, che affrontano il cambio stagione un po’ stremati e hanno bisogno di energie fresche. Come prepararli a casa?

Per il lievitino occorre avere:
50 grammi di farina 00
50 ml di acqua
5 grammi di lievito di birra
1 cucchiaino di zucchero
Per l’impasto dei maritozzi con la panna:
200 grammi di farina di Monitoba
20 ml di latte
50 grammi di zucchero
40 ml di olio di seni
1 tuorlo
Scorza d’arancia
Per farcire:
200 ml di panna montata
Se vi piacciono lucidi, come quelli al bar, per spennellarli vi serve 1 tuorlo e un cucchiaio di latte
Cominciate dal lievitino. Fate sciogliere il lievito di birra nell’acqua insieme allo zucchero e alla farina. Lasciate lievitare per circa 1 ora. In una terrina, aggiungete all’uovo, lo zucchero, il latte, l’olio e la farina. Successivamente aggiungete al composto, il lievitino e la scorza di arancia. Lavorate l’impasto fin quando non sarà morbido ed elastico. Lasciate lievitare per 4 ore, poi formate dei panini allungati, metteteli in una teglia ricoperta di carta forno e fate ancora lievitare per 50 minuti.
Quando i maritozzi saranno lievitati, spennellateli con tuorlo e latte ed infornate a 180° per circa 20 minuti. Quando saranno freddi, tagliateli al centro e farciteli con tanta panna montata. Se volete potete spolverarli con dello zucchero a velo. I maritozzi con la panna sono sublimi.
Benvenuta primavera!

Benvenuta primavera: finalmente è arrivata. Per spiegarne il vero significato basterebbe prendere la poesia di Gianni Rodari, un vero illuminato, e insegnarla ai bimbi. Se la maestra a scuola non l’ha ancora fatto, giocate con loro e fatela imparare a memoria. Si intitola: 21 marzo.

E’ una filastrocca che parla di rinnovamento e rinascita. E’ un concetto insito nella primavera, benvenuta perché dona speranza. Tutto pò sempre cambiare e si spera in meglio. Parla anche della ciclicità della natura, a contrasto con quella degli uomini, che devono ritrovare la loro primavera, gridandole di essere la benvenuta, in loro stessi, dimenticando le guerre, i contrasti, il male. E di questi tempi, sappiamo bene quanto ciò sia fondamentale.
Rodari ci insegna anche che sevre l’impegno di tutti per un mondo migliore, affinché sia 21 marzo sempre.
Ecco i suoi versi qui di seguito:
La prima rondine
venne iersera
a dirmi: “È prossima
la Primavera!
Ridon le primule
nel prato, gialle,
e ho visto, credimi,
già tre farfalle”.
Accarezzandola
così le ho detto:
“Sì è tempo, rondine,
vola sul tetto!”
Ma perché agli uomini
ritorni in viso
come nei teneri
prati il sorriso
un’altra rondine
deve tornare
dal lungo esilio,
di là dal mare.
La Pace, o rondine,
che voli a sera!
Essa è per gli uomini
la primavera.
Giornate Fai di Primavera 2025

Oggi, 22 marzo, e domani, 23 marzo partono le Giornate Fai di Primavera 2025. Sono il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico d’Italia e alle storie inedite e inaspettate che custodisce con visite a contributo in 750 luoghi speciali in 400 città, dai grandi capoluoghi ai piccoli comuni, dai centri storici alle province, da Nord a Sud della Penisola. Un’occasione speciale per fare una gita in famiglia e poter visitare parchi e giardini storici, riserve naturali e oasi, monumenti storici.

Queste Giornate Fai di Primavera 2025 sono speciali: si celebrano i 50 anni del Fondo per l’Ambiente Italiano. Nei vari siti le visite saranno a contributo libero, e sono rese possibili da migliaia di volontari FAI e di giovani che svolgono iil ruolo di ‘ciceroni’. La mappa dei luoghi è infinita: include ville e magnifici storici da mille e una notte. Qualche esempio? A Roma si potrà visitare il palazzo costruito per Alessandro Farnese, oggi sede dell’Ambasciata di Francia. E ancora apertura eccezionale anche a Palazzo del Collegio Romano, che dal 1975 ospita il Ministero della Cultura.
Per le Giornate Fai di Primavera 2025 a Milano si potrà accedere alla Torre Libeskind, il grattacielo progettato da Daniel Libeskind a CityLife, e anche a Palazzo Clerici, dimora affrescata dal Tiepolo. A Napoli, si potrà vedere Villa Rosebery, una delle tre residenze ufficiali del Presidente della Repubblica italiana, sulla collina di Posillipo. E così via. Non sprecate un’occasione così importante: andate con i vostri figli a vedere le meraviglie del bel Paese