Anche i bambini hanno bisogno di meditare

Non è solo una cosa da grandi. Anche i bambini hanno bisogno di meditare. Lo dice chiaramente Simone Migliorati nel suo libro Il gioco del benessere. Il sottotitolo è: Teoria e pratica della meditazione fisiologica emotiva per i bambini. Il volume è pubblicato da Phanes Plublishing.

Il pedagogista e Trainer del Benessere dei Contesti Educativi ne è convinto: anche i bambini hanno bisogno di meditare. “La società che abbiamo costruito è fortemente strutturata sul concetto di produttività. Una persona, bambina o adulta, è, ha diritto di esistere, nella misura in cui produce. Il prodotto è qualcosa di ‘esterno a sé”’ come se il tempo che dedichiamo invece allo “stare dentro di noi” sia tempo perso, non utile. Eppure, i bimbi hanno fortemente bisogno di questa connessione che li accompagna dal momento della loro nascita, anzi, dal momento del loro concepimento”, spiega a Vanity Fair.
Migliorati chiarisce i vantaggi della pratica. Anche i bambini hanno bisogno di meditare. “Attraverso la meditazione il bimbo ha la possibilità di riappropriarsi dei propri tempi, che non sono imposti dal sistema esterno, ma sono tempistiche interne. Ancora una volta esattamente come un fiore che non osserva solo la data del calendario per manifestarsi, ma attende quel momento magico e totipotente dell’incontro tra il tempo interno e quello esterno. Un ascolto di sé profondo per un migliore ascolto del mondo circostante. Non da ultimo, meditazione significa anche imparare a soffermarsi sul sentire e sul pensare”, dice.
“Meditare significa ‘rieducare’ la mente fugace per tornare a una consapevolezza piena, presente… E poi bisogna lasciar loro il tempo di annoiarsi – aggiunge – Dal punto di vista concreto, i bimbi di oggi hanno una vita frenetica, scuola, prescuola, doposcuola, attività sportiva, scuole di musica, incontri vari, che si traducono in ‘sballottamenti’ a destra e a manca, senza avere il tempo di potersi rilassare e, perché no, anche di annoiarsi… La noia è uno stato della mente fortemente creativo e di connessione, di cui i bimbi hanno bisogno! Ci lamentiamo perché i bimbi di oggi sono agitati e stressati, ma non offriamo loro spazi e tempi per rilassarsi”.
“Per i bimbi (ma anche per gli adulti) di oggi, questo è praticamente impossibile: siamo sempre sollecitati e iperattivati e non ci diamo il tempo per ‘so-stare’, per fermarci. Ecco, l’approccio meditativo parte dall’attivazione, da giochi di corsa ed energetici, per avviarci poi verso momenti di disattivazione, seguendo proprio l’equilibrio omeostatico che il corpo agisce in maniera ottimale. Segue quindi all’attivazione una fase di ‘disattività’ fatta di centratura e di visualizzazione, per concludere con l’integrazione”.
Come organizzare l’esame di terza media

I giorni corrono e tanti studenti si trovano davanti la prospettiva del primo esame importante della loro vita. Spesso l’ansia prende il sopravvento: come organizzare l’esame di terza media?
Niente stress ragazzi. Basta fare un planning per sentirsi più sicuri e non stressarsi troppo. Certo, per far sì che tutto vada per il meglio ottimizzate questi giorni di scuola che verranno, non tralasciando troppo gli argomenti. Poi qualche consiglio su come organizzare l’esame di terza media non fa mai male.
Ricordate che si deve preparare una tesina. E’ un lavoro che consiste nel collegare diverse materie su un tema specifico, e poi presentarlo davanti alla commissione. Ecco come organizzare l’esame di terza media:
- Pianifica il tempo: crea un calendario di studio suddividendo gli argomenti da ripassare in base alle settimane o ai giorni disponibili. Non lasciare tutto all’ultimo minuto!
- Dividi gli argomenti: suddividi le materie e gli argomenti in parti più piccole, così sarà più facile affrontarli uno alla volta senza sentirti sopraffatto.
- Stabilisci obiettivi giornalieri: ogni giorno scegli cosa studiare e cerca di rispettare gli obiettivi, così avrai una sensazione di progresso.
- Usa diverse tecniche di studio: alterna la lettura, la scrittura di appunti, schemi, mappe concettuali e anche esercizi pratici. Questo aiuta a memorizzare meglio.
- Fai pause regolari: studia per circa 25-30 minuti e poi fai una pausa di 5-10 minuti. Questo ti aiuta a mantenere alta la concentrazione.
- Ripassa frequentemente: rivedi gli argomenti già studiati per consolidare le conoscenze.
- Simula l’esame: prova a fare delle prove con le domande degli anni passati o esercizi simili, così ti abitui al tipo di domande e al tempo a disposizione.
- Mantieni uno stile di vita equilibrato: dormi abbastanza, mangia bene e fai un po’ di attività fisica. Un corpo in salute aiuta anche la mente.
Come organizzare la tesina:
- Scegli il tema principale: trova un argomento che ti appassiona e che possa essere collegato a diverse materie. Può essere qualcosa di storico, artistico, scientifico o culturale.
- Definisci le materie coinvolte: individua quali materie puoi collegare al tema principale (ad esempio, italiano, storia, geografia, arte, scienze, inglese, ecc.).
- Ricerca e raccogli materiale: cerca informazioni, immagini, testi e dati utili per approfondire ogni aspetto del tema.
- Organizza le sezioni: suddividi la tesina in parti chiare, come introduzione, sviluppo (con i vari collegamenti tra le materie), conclusione.
- Prepara gli appunti e gli schemi: crea schemi, mappe concettuali o riassunti per aiutarti a ricordare i punti principali.
- Scrivi la tesina: stila il testo in modo semplice e chiaro, facendo attenzione a collegare bene le materie e a mantenere un filo logico.
- Prepara la presentazione: pensa a come esporre la tesina davanti alla commissione, magari con qualche slide o supporto visivo.
- Prova a voce: esercitati a presentarla ad alta voce, così ti sentirai più sicuro.
25 aprile spiegato ai bambini

Oggi è una giornata molto importante in Italia: il 25 aprile si celebra la Festa della Liberazione. Come va spiegato ai bambini in modo semplice e chiaro?

Il 25 aprile spiegato ai bambini senza concetti troppo elaborati, può regalare loro una visione di maggiore speranza nel futuro, guardando al passato, alla storia. E’ il giorno in cui ricordiamo quando, nel 1945, l’Italia ha liberato se stessa dal fascismo e dalla guerra. Da quel momento ha ripreso a vivere in libertà e pace. Senza più paura di vedersi negati diritti importanti e di non essere rispettati per le proprie idee contrarie a quelle del ‘regime’.
La ricorrenza del 25 aprile è basilare per chi vive nel Bel Paese, segno di civiltà, scevra dai colori politici. Va spiegato ai bambini che è come un grande abbraccio di libertà e di speranza per tutti noi. Racconta la grande vittoria ottenuta dalle tante persone che hanno lavorato e lottato per rendere il Paese un posto migliore e più giusto. E’ un momento per essere grati a chi ha lottato per noi e per capire che noi stessi possiamo fare del bene e rispettare gli altri. Tutto questo in pace.
Vaccini salvano vite

I vaccini salvano vite. Lo sottolinea a gran voce la SIP. Ogni minuto, da cinquant’anni, sei persone sono state salvate grazie a un vaccino. A ricordarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sottolineando che negli ultimi cinquant’anni i vaccini hanno salvato 154 milioni di vite. Nello stesso periodo la vaccinazione ha ridotto del 40% la mortalità infantile. Il solo vaccino contro il morbillo ha contribuito al 60% di queste vite salvate.

In occasione della Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, promossa dall’OMS che si celebra dal 24 al 30 aprile, e della Settimana Europea delle Vaccinazioni (27 aprile – 3 maggio), la Società Italiana di Pediatria richiama l’attenzione sull’importanza di proteggere la salute in ogni fase della vita, ribadendo il ruolo chiave delle vaccinazioni per bambini, adolescenti e donne in gravidanza.
“Questa ricorrenza non è solo un’occasione per celebrare i successi della vaccinazione – afferma il Presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP), Rino Agostiniani – ma anche per riflettere sulle sfide che ancora restano aperte anche nel nostro Paese, a partire dalle coperture insufficienti negli adolescenti e nelle donne in gravidanza, fino al preoccupante ritorno del morbillo. L’Italia ha gli strumenti per migliorare, ma servono più informazione e più fiducia”.
Nel nostro Paese, secondo i dati del Ministero della Salute, si osserva un leggero calo della maggior parte delle vaccinazioni raccomandate nei primi anni di età. Le coperture vaccinali per polio (usata come proxy per le vaccinazioni contenute nell’esavalente) e per il morbillo sono leggermente al di sotto della soglia del 95% raccomandata dall’OMS: 94,76% per la poliomielite e 94,64% per il morbillo (coorte 2021).
A preoccupare è soprattutto la ripresa del morbillo, con oltre 1.000 casi nel 2024 contro i contro i 44 dell’anno precedente e ben 227 casi nei primi tre mesi del 2025 (dati Istituto Superiore di Sanità). Il nostro Paese è il secondo più colpito in Europa dopo la Romania. E il 90% delle persone colpite non era vaccinata.
Ma le carenze più evidenti riguardano le vaccinazioni raccomandate nell’adolescenza. Quella della dose di richiamo contro il meningococco coniugato ACWY – che protegge da meningiti e sepsi potenzialmente gravi e permanenti – seppur in lieve miglioramento, nella coorte dei 16enni, raggiunge appena il 56,98% a livello nazionale. Ben lontano dall’obiettivo di copertura vaccinale ≥ 95%, previsto dal vigente Piano Nazionale Vaccini.
Tra le vaccinazioni più trascurate, l’anti-HPV (Papilloma Virus Umano) merita un’attenzione particolare. Il virus è responsabile di diverse forme di cancro: collo dell’utero, ano, pene, testa-collo (orofaringe), oltre a verruche genitali. E riguarda entrambi i sessi. I vaccini, non bisogna dimenticarlo, salvano vite.
Nel 2023, solo il 45,39% delle ragazze nate nel 2011 ha completato il ciclo vaccinale, mentre tra i coetanei maschi la percentuale scende al 39,35%. Nessuna Regione ha raggiunto l’obiettivo minimo del 95%, con picchi negativi come il Friuli-Venezia Giulia (12%) e la Sicilia (23%).
“E’ ancora troppo diffusa l’idea che l’HPV sia un problema solo femminile – continua Agostiniani –. Ma vaccinare anche i ragazzi è fondamentale, sia per la loro protezione diretta, sia per interrompere la circolazione del virus. Solo così possiamo ridurre davvero il carico di malattia”.
La gravidanza rappresenta un momento cruciale per la prevenzione. In questa fase, sono raccomandate alcune vaccinazioni fondamentali: dTpa (contro la pertosse), antinfluenzale, anti-Covid-19 e quella contro il virus respiratorio sinciziale, recentemente introdotta.
“Vaccinarsi in gravidanza significa offrire al neonato una protezione immediata, soprattutto nei primi mesi di vita, quando è più vulnerabile – afferma Rocco Russo, responsabile del Tavolo tecnico vaccinazioni della SIP –. Eppure, in Italia le coperture restano basse, a causa di paure infondate e informazioni poco chiare. Serve un lavoro coordinato tra ginecologi, ostetriche, pediatri e medici di medicina generale per superare queste resistenze e proteggere davvero i più piccoli”.
Anche prima del concepimento è importante agire in ottica preventiva. “Le donne in età fertile dovrebbero essere immunizzate contro morbillo, parotite, rosolia (MPR) e varicella, in quanto un’infezione contratta in gravidanza, specialmente nelle prime settimane, può comportare gravi rischi per non solo per il nascituro, ma anche per la stessa gestante. Dal momento che i vaccini MPR e contro la varicella sono controindicati in gravidanza, è fondamentale che la vaccinazione avvenga prima del concepimento, con due dosi somministrate almeno un mese prima dell’inizio della gravidanza”, conclude Russo. Tenetelo tutti a mente: i vaccini salvano vite, la vaccinazione è importantissima.
Pasqua nei parchi divertimento

Avete già deciso cosa fare a Pasqua? Trascorrerla con i figli nei parchi divertimento potrebbe essere una buona idea. Ormai non manca molto e per stare sicuri è meglio prenotare. Sicuramente sarà una festività avventurosa e piena zeppa di adrenalina.
Pasqua nei parchi di divertimento in famiglia è sicuramente una scelta che rende euforici i bambini. A Gardaland, sul lago di Garda, è già tutto organizzato: il parco numero 1 in Italia ha riaperto il 5 aprile scorso. Il 20, tempo permettendo, tutto è organizzato, anche la caccia alle uova.
Nei parchi divertimenti si vendono anche tanti spettacoli. A Pasqua quelli di Masha e Orso, i Pj Masks, Ladybug e Chatnoir e molti altri aspettano i piccoli a Leolandia, in provincia di Bergamo.
Se si scende un po’ c’è Cinecittà World, vicino Roma, che ha aperto la stagione 2025 dal 14 marzo, o Magicland, a Valmontone. Ci sono pure tutti gli altri, quelli mariti, come Zoomarine, l’Acquario di Cattolica, il Parco Oltremare di Riccione o, sempre lì vicino, l’Italia in Miniatura.
Fate le valigie e partite, create ricordi con tutta la vostra famiglia, senza rinunciare alle risate e alla pazza gioia.
Adolescenti: allarme sedentarietà

In Italia l’allarme sedentarietà diventa sempre più alto: ben il 90% degli adolescenti tra gli 11 e i 15 anni non pratica alcuna attività sportiva quotidiana. Ci si avvilisce ancora di più se si pensa che meno del 10% di loro svolge almeno 60 minuti al giorno di attività fisica. Ricordiamo che ciò è altamente raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’allarme sedentarietà, come fa sapere l’Ansa, non c’è solo tra gli adolescenti: un bambino su cinque tra gli 8 e i 9 anni è, purtroppo, in sovrappeso. Uno su dieci è obeso. Tutti questi dati sono stati ampiamente evidenziati in occasione della Giornata Mondiale della Salute lo scorso 7 aprile, dalla Rete Italiana Città Sane – Oms. E’ ‘colpa’ della “mancata sensibilizzazione” e della “gestione disequilibrata dei servizi”, ma non solo anche delle mancanza di servizi nel nostro Paese.
“Oggi più che mai è importante ricordare che le abitudini sane si costruiscono nei luoghi della vita quotidiana”, spiega il presidente nazionale della Rete Italiana Città Sane Oms, Lamberto Bertolè. “Le città assumono un ruolo centrale nella sperimentazione di politiche integrate e nella promozione di relazioni efficaci e durature. I quartieri, le scuole e gli spazi pubblici sono infatti i primi presidi del benessere fisico e mentale”, aggiunge.
“Il nostro obiettivo è creare relazioni strutturate tra chi amministra i territori, chi li studia e chi li vive”, continua Bertolé. “I Comuni sono in prima linea nel costruire una società più sana, inclusiva e consapevole. Il benessere si costruisce nei territori, attraverso politiche intersettoriali e relazioni collaborative: solo così possiamo trasformare il principio ‘Health for All’ in realtà quotidiana”.
Gli adolescenti devono essere attivi. L’allarme sedentarietà è urgente, perché l’attività fisica e una dieta sana ed equilibrata servono a prevenire patologie gravi che possono sopraggiungere quando si è adulti. Bisogna scuotere questi ragazzi e pretendere una più equa distribuzione di servizi. Affinché tutti possano assicurare benessere ai propri figli.
Bambini: come accudire i cani

I bambini molto piccoli non sanno come accudire i loro cani, che fanno assolutamente parte della famiglia. Veruska Negri, istruttrice cinofila e coadiutrice del cane, dà qualche dritta.

L’esperta a Fanpage spiega come i bambini possono accudire i cani. Quali compiti possono dar loro mamma e papà riguardanti l’amico a quattro zampe. Certo, è importante che i grandi vigilino. Devono essere compiti strutturati anche in base all’età del piccolo e alla stazza dell’animale.
Come accudire i cani? “Il primo compito che possono assumere i bambini non appena iniziano a muovere i primi passi, tra il primo e il secondo anno di vita, è quello di rendersi disponibili per nutrirlo. I genitori, consapevoli che il proprio animale domestico non abbia atteggiamenti aggressivi o troppo possessivi in relazione al cibo, possono chiedere al bimbo di preparare la pappa insieme a loro e poi portarla nella ciotola dell’animale insieme. Se il cane invece tende ad essere molto geloso del suo cibo, il bimbo può osservare il genitore che gli spiega come nutrirlo”, dice la Negri.
L’istruttrice poi aggiunge: “Quando il bambino cresce e diventa adolescente, con molta probabilità sentirà l’animale più suo, quindi può portarlo a passeggio. In questo caso però bisogna valutare le capacità fisiche del ragazzo e la stazza e l’indole dell’animale. Un altro modo per prendersi cura del proprio animale, dopo che lo si conosce da tempo, piò essere mettere in guardia gli amici, se si tratta di un animale adottato che è spaventato dagli umani, può invitarli a non avvicinarsi per esempio oppure spostare l’animale in un altro luogo per giocare con i propri amici”.
Bambino: come evitare i capricci

Appena crescono capita che facciano i capricci. Il bambino a 18 mesi inizia ad affermare se stesso. Come evitare che diventino un problema per io genitori? Manuela Trinci, psicoterapeuta dell’età evolutiva, lo spiega sulle pagine del Corriere della Sera.

I capricci possono far impazzire i genitori, come evitare di trovarsi impreparati davanti a un bambino che piange, urla, tira calci è utilissimo. Spesso sono dovuti a frustrazione, altre volte si vuole comunicare un disagio.
“La scoperta del ‘no’ è un momento evolutivo importante della funzionalità del bambino – spiega Trinci –. I ‘no’ esistono, ma attenzione a non dirne troppi e soprattutto devono essere motivati. E’ necessario stabilire le regole e definire un perimetro di ciò che si può fare e al di là del quale non è possibile andare, devono essere spiegate con pazienza ed esempi che il bambino sia in grado di comprendere. Quando l’adulto nega qualcosa senza averne dato il motivo il bambino non capisce e resta disorientato”.
La psicoterapeuta dell’età evolutiva e Referente scientifico Ludobiblio, IRCCS Ospedale pediatrico Meyer, Firenze, chiarisce ancora. “I genitori devono prendere tutto il tempo necessario per spiegargli con calma perché non può farlo. Dedicare attenzione è un modo importante per aiutare i piccoli a crescere. Sgridare senza dare la motivazione è inutile e controproducente, il piccolo ha bisogno di essere accompagnato e la figura di attaccamento deve essere solida e credibile”, aggiunge.
“E’ importante trascorrere del tempo di qualità con i piccoli che si trovano a vivere una fase di disregolazione emotiva – informa l’esperta – quando scoppia un capriccio bisogna trovare un modo per fermarlo e tranquillizzarlo. Le cause che lo innescano sono le più varie: l’amichetto ha preso un gioco che ritiene sia suo e allora la strategia è accoglierlo tra le braccia, parlare con lui, tranquillizzarlo e fargli capire che lo comprendete, questi sono atteggiamenti positivi che riesce a capire”.
E ancora: “Non dire mai al bambino che non si ha tempo o cercare di allontanarlo perché così si otterrà esattamente il risultato opposto. A volte è sufficiente distrarlo proponendogli dei giochi diversi, dei colori con cui disegnare e dire anche sì ai piedi nella pozzanghera! Quando si capisce che deve sfogare la sua rabbia perché non riesce a fare qualcosa può essere utile dargli un cuscino da mordere e buttare per terra. Nel giro di poco tutto torna normale”.
“Una volta che il capriccio è terminato e il bambino si è calmato – continua Trinci – è importante tornare sull’event. E aiutare il bambino a ‘rileggere’ le emozioni. Aiutarlo a trovare un modo diverso di gestire le emozioni. E’ fondamentale che i genitori, i nonni e chi se ne prende cura gli diano la sensazione di sentirsi capito anche in questi momenti, dandogli l’idea che ‘ce la può fare’, mostrando pazienza durante le crisi di pianto e quelle, ancor più delicate, dell’iperattaccamento quando proprio non si riesce a distrarlo”.