Articoli della categoria ‘PANCIONE E PARTO’

Esercizi preparto

Ott 01
Scritto da Annamaria avatar

Ci sono alcuni esercizi preparto che facilitano la fuoriuscita del bambino. Possono essere fatti anche durante il travaglio. Quali sono?

Gli esercizi preparto favoriscono il momento della nascita dato che rendono i tessuti più elastici.

esercizi preparto 1

Esercizi preparto per la ditalazione, quando, avviate contrazioni intense e a intervalli regolari, inizia progressivamente ad aprirsi collo dell’utero che precede l’espulsione del bambino attraverso il canale del parto. Se ci si abitua a farli da prima, sarà ancora più facile usarli una volta avviato il travaglio.

Esercizio per far posizionare bene il bambino

– inginocchiarsi tenendo le ginocchia ben divaricate;

– appoggiare i palmi della mani all’indietro sul pavimento;

– tendere la schiena adagiando i glutei nello spazio tra i talloni o, se questa posizione sembra “tirare” troppo, sopra gli stessi.

Quello per attenuare il mal di schiena

– sedersi a cavalcioni su una sedia tenendo le braccia incrociate appoggiate alla spalliera;

– appoggiare i piedi al pavimento sulle punte orientando i talloni all’in su verso la sedia;

– divaricare le ginocchia all’infuori;

– inclinare lentamente il busto in avanti.

Un altro esercizio per aumentare l’effetto delle contrazioni

– stare in piedi con le braccia incrociate appoggiate a una parete;

– appoggiare la fronte alle braccia;

– mantenere i piedi separati, con le punte in fuori e a una distanza di circa 40 centimetri dal muro;

– inclinare, lentamente tutto il corpo in avanti.

Esercizi preparto per l’espulsione, la fase in cui, una volta che il collodell’utero si è dilatato a sufficienza (10 centimetri), la donna comincia a spingere per fare fuoriuscire il piccolo.

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Per farlo nascere più in fretta

– accovacciarsi sulle punte dei piedi (oppure, se ci si sente più a proprio agio, sulle piante);

– tenere le ginocchia ben separate;

– appoggiare le mani alle gambe o, se si preferisce, a un sostegno posto di fronte.

E’ anche possibile effettuare questo esercizio con la schiena appoggiata a una parete. In alternativa, allo stesso scopo, molto indicate risultano anche le seguenti posizioni:

– in ginocchio, con le gambe aperte e le braccia sostenute sotto le ascelle (magari dal partner)

– in piedi, con le gambe ben divaricate, le braccia appoggiate a un sostegno e la schiena leggermente piegata in avanti.

L’esercizio per rendere più efficaci le spinte

– sdraiarsi in posizione supina (a pancia in su) con le braccia distese lungo i fianchi e rilassate;

– inspirare profondamente;

– trattenere l’aria nei polmoni per qualche secondo contraendo contemporaneamente i muscoli del perineo e delle pelvi (nel corso dell’espulsione a questa fase corrisponderà l’avvio della contrazione e della spinta);

– espirare rilassando i muscoli (nel corso del travaglio a questa fase corrisponderà la fine della contrazione).

Allattamento al seno: padri coprotagonisti

Set 29
Scritto da Annamaria avatar

I padri sono coprotagonisti nella basilare pratica dell’allattamento al seno. Lo sottolinea a gran voce la SIN.

Non solo mamma e neonato: sempre più spesso alla diade, protagonista dell’importante pratica dell’allattamento al seno, va ad aggiungersi anche la figura paterna. Svolge un ruolo significativo nel suo avvio e mantenimento. In occasione della Settimana Mondiale per l’Allattamento Materno (SAM), che si celebra in Italia dall’1 al 7 ottobre, la Società Italiana di Neonatologia (SIN), ribadisce proprio l’importanza dei padri come coprotagonisti” all’interno della triade madre-padre-neonato.

“La neofamiglia nella sua interezza rappresenta una vera e propria squadra a tutela della naturale pratica dell’allattamento”, afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “Il papà, figura spesso considerata di secondo piano per l’allattamento, ha, invece, un ruolo fondamentale. Sia in gravidanza, che alla nascita e nel post-partum, nel garantire il benessere di mamma e neonato”, aggiunge.

Il ruolo paterno in questa delicata fase di adattamento familiare si concretizza nel sostegno pratico ed emotivo, nella rassicurazione e nel contenimento di dubbi e preoccupazioni, in modo da rafforzare la motivazione e la fiducia della madre ad allattare. Inoltre, il papà funge da importante “filtro” dalle interferenze negative provenienti dal mondo esterno alla triade, proteggendola. In più, la presenza del padre, sia nella nascita a termine, fisiologica, sia durante un possibile ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN), agevola la costruzione dei legami familiari. Lo fa anche attraverso il contatto pelle-a-pelle e le prime azioni di cura primaria, dimostrando alla madre il coinvolgimento paterno nell’ambito di un progetto genitoriale concretamente comune e facilitando il benessere psico-fisico materno. 

Il latte materno rappresenta l’alimento di prima scelta per il neonato per crescere e svilupparsi in salute a breve ed a lungo termine. Infatti, il latte di mamma non solo ha peculiari caratteristiche nutrizionali, ma anche una ricchezza in fattori bioattivi. Questa permette una continua e intima comunicazione anche bioumorale tra madre e figlio.

Le sostanze bioattive presenti all’interno del latte materno rivestono particolare importanza nel corretto funzionamento del sistema immunitario di mamma e neonato fin dai primi giorni di vita.

Tra i componenti bioattivi del latte materno su cui la ricerca scientifica si è concentrata negli ultimi anni ci sono le cellule staminali e gli ormoni. Sono in grado di intervenire nel programming di diversi outcome di salute come, ad esempio, nella promozione dello sviluppo di un corretto ritmo circadiano, le cui alterazioni si associano ad un aumentato rischio a distanza di una serie di problematiche, quali deficit immunitari, metabolici, cardiovascolari, gastrointestinali.

Durante la vita intrauterina, infatti, il feto riceve riferimenti temporali tramite i ritmi circadiani, fisiologici, metabolici e comportamentali della madre. Alla nascita, questa variabilità viene bruscamente interrotta. Ma la natura ci offre uno strumento quale il latte materno per comunicare al neonato le informazioni sull’alternarsi del giorno e della notte.

Il latte materno è un sistema biologico estremamente complesso e dinamico. La sua composizione non varia soltanto di giorno in giorno, ma anche nell’arco di una stessa giornata in base a fattori materni, neonatali e fisiologici. Le concentrazioni degli ormoni nel latte materno riflettono quelle del plasma della mamma, seguendo il ritmo circadiano. Questa variabilità riflette il principio della crononutrizione, secondo cui bisognerebbe adeguare la nutrizione in base all’orologio biologico dell’individuo. Qiesto affinché si consumi l’alimento ottimale per quel particolare momento della giornata. Gli ormoni, una volta assorbiti a livello intestinale, raggiungono il neonato dove estrinsecano la loro funzione. Il latte secreto nelle prime ore della mattina è ricco di cortisolo e aminoacidi “activity-promoting”, che stimolano uno stato di veglia nel neonato. Il latte delle ore notturne, invece, presenta alte concentrazioni di melatonina e triptofano che promuovono il sonno. 

Per tutti questi documentati benefici sulla salute di madre e neonato, l’allattamento è sostenuto da tutte le Società scientifiche dell’area perinatale. E raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Unione Europea e dal Ministero della Salute. L’allattamento è raccomandato come esclusivo per i primi sei mesi di vita. Va mantenuto anche durante l’introduzione di cibi semisolidi e solidi. In base alle esigenze e alla volontà di madre e bambino, pure fino ai 2 anni di vista ed oltre.

Oggi, in Italia, poco meno della metà, il 46,7% dei bambini di 2-3 mesi di vita, viene allattato in maniera esclusiva.

“Sostenere, tutelare e promuovere l’allattamento materno per tutti i benefici che comport. Non solo a madre e neonato, ma a tutto il nucleo familiare e all’intera società. E’ un dovere da parte della comunità scientifica e di tutto il personale sanitario che opera negli ospedali e sul territorio, da nord a sud del Paese”, continua il Dott. Orfeo. “Ognuno di noi può e deve fare la sua parte. Per appianare le differenze regionali, informando ed educando, dove necessario, le famiglie a tutela di questo vero e proprio voucher di salute per il neonato e la sua famiglia”. Nell’allattamento al seno i padri sono coprotagonisti: tenetelo bene a mente.

Cesareo assistito

Set 16
Scritto da Annamaria avatar

Tutti sappiamo del parto cesareo, ma cosa si intende per cesareo assistito? Ecco qualche chiarimento in merito: si parla di cesareo assistito quando la mamma partecipa all’intervento chirurgico, ha quindi la possibilità di prendere il bambino direttamente dal suo addome e poi stringerlo a sé.

cesareo assistito

Il cesareo assistito è scelto da sempre più future mamme. Chiaramente la donna non entra con le sue mani nell’incisione che le è stata fatta dal ginecologo. Non è comunque consentito. E’ il medico che, dopo aver tagliato aiuta il bebè, facendo uscire testa e spalle. La madre toccherà quindi solo il piccolo, compiendo l’estrazione totale.

Per il cesareo assistito la donna dovrà lavare con soluzione igienica braccia e mani e avere, come il dottore, guanti sterili. Il drappo che di solito durante un cesareo separa la mamma dai medici, per impedirle di vedere l’intervento, non sarà presente. E’ possibile eseguire questo tipo di cesareo solo se pianificato: non per quelli di emergenza.

Questa pratica soddisfa a quanto pare. “Siccome riesci a chinarti e prendere il tuo bambino dalla pancia da sola, ti senti come se fossi in qualche modo coinvolta nel processo, e questa cosa ti può dare forza”, sottolinea la fisioterapista australiana Lyz Evans, intervistata dall’HuffPost. E aggiunge: “A paragone con il mio primo cesareo, mi sono sentita meno clinica, e molto più connessa con la procedura, e così tutti gli altri che erano nella stanza. Sono stata informata di ogni step, il che mi ha molto aiutata a sentirmi parte del team”. Lei non ha alcun dubbio. “E’ stato uno dei momenti più incredibili della mia vita”, fa sapere entusiasta. Il cesareo canonico potrebbe risultare freddo, asettico, proprio come la sala parto.

Congedo maternità: a chi spetta

Set 13
Scritto da Annamaria avatar

Il congedo maternità non è un benefit del datore di lavoro, ma un diritto di ogni lavoratrice dipendente: ha una durata di 5 mesi e può essere suddiviso diversamente lungo il periodo precedente o successivo a quello del parto. A chi spetta?

congedo maternita a chi spetta

L’Inps è chiara nel chiarire a chi spetta il congedo maternità

  • lavoratrici (apprendiste, operaie, impiegate e dirigenti) che hanno un rapporto di lavoro attivo nel privato o in seno alla Pubblica amministrazione durante il periodo di congedo
  • lavoratrici del settore agricolo con contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato e che risultano attive negli elenchi nominativi annuali almeno 51 giorni di lavoro
  • lavoratrici del settore domestico e del settore dell’assistenza familiare per le quali sono necessarie 26 settimane contributive durante l’anno precedente quello dell’inizio del congedo, oppure 52 settimane contributive durante i due anni precedenti
  • lavoratrici che svolgono un’attività professionale presso i rispettivi domicili, così come le lavoratrici impegnate nei lavori di utilità sociale oppure di pubblica utilità
  • lavoratrici disoccupate a patto che il congedo maternità inizi al massimo 60 giorni dopo l’ultima giornata lavorativa.

Il diritto al congedo maternità si applica anche ai casi di adozione o di affidamento di minori, come scrive Il Giornale. Dopo aver stabilito a chi spetta, è bene chiarire che in alcuni casi il congedo maternità può essere sfruttato dal padre del bambino invece che dalla mamma . Ecco quali:

  • il decesso o un’infermità grave della madre
  • l’abbandono del figlio da parte della madre
  • l’affidamento esclusivo del bambino al padre

Se si parla di adozioni o affidamento, il congedo paterno è possibile allorquando la madre rinuncia anche solo in parte al proprio diritto al congedo maternità.

Come chiarisce il quotidiano, la domanda per il congedo maternità deve rispondere ad alcuni requisiti:

  • deve essere inoltrata prima dei due mesi precedenti la presunta data del parto
  • la gravidanza deve essere attestata da un certificato medico
  • la data di nascita effettiva e le informazioni relative al neonato devono essere trasmesse tempestivamente all’Inps

Le domande per il congedo maternità o per il congedo paternità vanno presentate all’Inps tramite un Caf oppure mediante un commercialista. In alternativa si può procedere in autonomia sul portale Inps accedendo con Spid, Cie o Cns allegando la seguente documentazione:

  • carta di identità e codice fiscale del richiedente
  • certificato di gravidanza telematico
  • certificato di nascita, di adozione o di affido
  • modello Inps SR14 oppure Modello SR01 (entrambi forniti dal medico di base)
  • autorizzazione / consenso di un medico per quelle donne che rimangono al lavoro fino al termine della gravidanza.

A questi documenti la lavoratrice o il lavoratore devono aggiungere la busta paga. E le coordinate bancarie o postali nel caso in cui l’indennità non viene corrisposta dal datore di lavoro.

Remise en forme post parto

Set 07
Scritto da Annamaria avatar

Molte neo mamme adottano una remise en forme fulminea nel post parto. Il Prof. Sergio Noviello, medico e chirurgo estetico, direttore sanitario di Sergio Noviello Cosmetic Surgery & BAT Centre, a Io Donna, sugli interventi più richiesti dalle donne che hanno messo al mondo un bebè rivela: “Mastoplastica additiva e mastopessi per restituire tonicità al seno dopo l’allattamento e l’addominoplastica che, insieme alla liposcultura a fianchi e cosce, rimodella”.

Ma non bisogna per forza ricorrere a rimedi così radicali. Ci può essere una remise en forme molto più ‘dolce’ nel post parto. “Si tratta di cicli di trattamenti che consentono di abbinare diverse tecnologie e metodiche innovative. Combinate insieme e alternate aiutano a rigenerare la cute, rimodellando il corpo e attenuando ritenzione idrica e cellulite”, spiega l’esperto.

“Per attenuare le smagliature si alternano trattamenti iniettivi a base di silicio organico, oligoelementi stimolanti della matrice dermica, acido ialuronico con fattori di crescita, antiossidanti, vitamine. Inoltre si effettuano peeling con acidi salicilico, glicolico e lattico da modulare in base alla situazione iniziale”, continua il dottore.

“Per la tonicità epidermica si attuano diversi protocolli a base di oligopeptidi. Queste procedure devono essere valutate in base allo stato di salute della paziente e del bambino e sempre nel rispetto di adeguate tempistiche. Per questo le consigliamo a fine allattamento”, chiarisce ancora il professore.

Questo tipo di trattamenti possono essere usati pure per altro, sottolinea Sergio Noviello: “Sì perché aiutano in generale perdere peso sciogliendo gli accumuli di grasso. Esistono infatti molte soluzioni che possono essere diversificate e che consistono in cicli iniettivi a base di sostanze sciogli-grasso oppure di trattamenti ambulatoriali molto veloci come la laserlipolisi, indicata per adiposità localizzate su fianchi, addome, glutei, ginocchia, braccia, e la cellulisi per l’eliminazione della pelle a buccia d’arancia”.

Igiene intima post parto

Ago 30
Scritto da Annamaria avatar

L’igiene intima deve essere sempre perfetta, nel post parto ci vuole qualche attenzione in più soprattutto con episiotomia. E’ necessario usare prodotti delicati, che rispettino il PH fisiologico delle mucose. Per far si che le ferite causate da eventuali lacerazionbi o pepisiotomia guariscano prima, si può ricorrere a una soluzione a base di acqua e tintura madre di calendula. Se ci sono dolori li si può alleviare con lavaggi con acqua fredda o ghiaccio.

3 DRITTE EDUCATIVE PER NEOGENITORI

L’igiene intima post parto va fatta almeno due volte al giorno, la mattina e la sera. I movimenti devono andare dalla vagina verso l’ano e non l’inverso, così che eventuali batteri della zona fecale non arrivino nella zona genitale. In caso di sudorazioni o perdite, sciacquarsi anche altre volte usando acqua tiepida.

L’igiene intima post parto deve proseguire asciugandosi con un asciugamano o telo pulito in cotone. Anche la biancheria che si indossa deve essere sempre pulita e soprattutto asciutta: niente umidità. I saponi liquidi, come detto extra delicati, sono meglio di quelli solidi perché più igienici.

Se, a causa della episiotomia, sono presenti perdite di sangue, usare gli assorbenti, che vanno cambiati ogni 3 o 4 ore, così da non incorrere in infezioni e far sì che la ferita guarisca in fretta.

Molte si domandano come scegliere il detergente giusto. Ricordate che quelli troppo aggressivi, solitamente, fanno molta schiuma. Quelli, invece, con PH neutro, sono estremamente meno ‘schimosi’. Preferite sempre quelli ad azione lenitiva, privi di profumi, coloranti, tensioattivi. Cìiedete consiglio in farmacia, sapranno indicarvi i migliori. EuPhidra AmidoMio è tra i più buoni, come anche Helan, Alkagin lenitivo, Saugella Lavanda di Attiva ad azione detergente o lo Zuccari gel intimo ultradelicato, tanto per citarne alcuni.

Maternità: lavoro da casa

Ago 24
Scritto da Annamaria avatar

Finite le vacanze si torna alla routine. Per una neomamma, nel post parto, tornare al lavoro non è semplice, ma da casa potrebbe essere l’ideale. Così da poter gestire la maternità al meglio.

maternita lavoro da casa

La pandemia ha insegnato a tutti che il lavoro da casa è ottimale e offre tanti vantaggi. La flessibilità degli orari, quando possibile, e il poter conciliare la vita professionale con quella famigliare sono in cima alla lista. In questo modo la maternità viene tutelata maggiormente. Ma anche il lavoro da casa, sebbene più elastico, deve essere gestito bene.

Per non far precipitare la propria carriera e avere una corretta maternità è bene organizzarsi. E’ necessario programmare la professione, magari stando al computer quando i piccoli sono a scuola o sono impegnati in attività sportive. Se si ha un neonato, e lo dico con esperienza, perché è quel che è accaduto a me, lo si riesce a programmare ancora meglio, dato che il bebè ha bisogni più basici rispetto a un bambino più grande.

Se pure il vostro compagno lavora da casa, potrete dividervi i turni. Se uno lavora da casa, l’altro sta col bimbo. Se non è possibile, si può chiedere una mano ai parenti più prossimi: i nonni su tutti.

L’errore più grande è che, dato che si produce dalla propria abitazione, non esitano più orari certi e si abbattano i paletti. Questo non è possibile. Quando le ore di lavoro, concordate, sono finite, si sta coi propri cari, senza ulteriori ingerenze. E questo vale anche per il proprio benessere psicofisico: è importante conservare dei momenti per rilassarsi, fare attività fisica, uscire con i figli, fare shopping. La maternità ne trarrà sicuramente beneficio, come anche la professione.

Post-partum: “Orgogliosa del mio corpo”

Ago 05
Scritto da Annamaria avatar

Il suo è un post-partum sereno. Lindsay Lohan lancia un bel messaggio via social. Pubblica la prima foto dopo aver dato alla luce il suo bebè e sottolinea: “Orgogliosa del mio corpo”.

post partum orgogliosa del mio corpo

La 37enne decide di mostrarsi per la prima volta post partum: solo due settimane fa è diventata mamma, ha dato alla luce a Dubai il suo primo figlio, Luai (dall’arabo ‘protettore’), fortemente voluto con il marito, il finanziere Bader Shammas. “Sono una mamma post partum”, scrive. 

L’attrice disintegra il tabù del post parto. “Orgogliosa del mio corpo”, fa sapere, nonostante i segni lasciati dalla gravidanza. 

La Lohan pubblica sul suo profilo Instagram una foto in cui appare acqua e sapone e senza filtri. “Sono così orgogliosa di cosa è stato capace di fare il mio corpo nei mesi nella gravidanza e anche adesso che si sta riprendendo”, scrive Lindsay. E aggiunge: “Avere un figlio è la gioia più grande”. “La mia mise quotidiana è la biancheria post partum”, sottolinea ancora nel post. Poi si lascia andare a una citazione dal film in cui è stato protagonista, Mean Girls: “Non sono una mamma normale, sono una mamma post partum“.    

In un’intervista a People, la madre Dina Lohan aveva spiegato che Lindsay ha sempre desiderato con tutta se stessa di essere madre. Nel 2014 la star ha avuto un doloroso aborto spontaneo per motivi di salute.