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Bambini più intelligenti con 3 abitudini

Ott 15
Scritto da Annamaria avatar

Con 3 semplici abitudini si possono avere bambini più intelligenti. Lo dice Alireza Khadem, che con i suoi collaboratori ha sviluppato uno studio in cui si mostra come con alcuni accorgimenti si possa avere bambini più intelligenti. I risultato sono stati pubblicati sul Journal of Health, Population and Nutrition.

bambini piu intelligenti con 3 abitudini

Sono diversi i fattori che influenzano l’intelligenza di una persona. Partendo da questo la Khadem ha identificato 3 sane abitudini per far crescere bambini più intelligenti. Come scrive La Gazzetta dello Sport, che riporta la notizia, “l’alimentazione ha un ruolo cruciale nello sviluppo cognitivo del bambino fin dai primi momenti della vita. Analizzando i dati di oltre 20 studi emerge come esista un collegamento tra intelligenza e allattamento al seno. I bambini che sono stati allattati hanno in media un quoziente intellettivo più alto di 3.16 rispetto ai coetanei che sono stati allattati meno”. 

“La scelta qualitativa e quantitativa dei nutrienti che assume il bambino è fondamentale per lo sviluppo dell’intelligenza. Soprattutto in età scolare e prescolare. Facendo una correlazione tra il QI di bambini di 8 anni e i loro comportamenti alimentari è emerso che una buona dieta è legata a un maggiore QI. Bambini che da 3 anni avevano una dieta ricca di grassi e zuccheri avevano QI inferiori rispetto a chi seguiva un’alimentazione sana. Iniziare fin da piccoli a seguire una dieta sana, aiuta a mantenerla perché crea una predisposizione. Un’abitudine alla dieta. Non solo ma è importante anche il modo in cui si consuma il cibo. Mangiare insieme agli altri spinge a consumare meno cibo da fast food, avendo quindi un impatto positivo nel contrasto all’obesità”, sottolinea ancora il quotidiano.

La seconda abitudine, chiaramente, è il movimento, l’attività fisica:  “Fare attività fisica è utile anche per lo sviluppo del cervello. Perché espande le capacità cognitive del cervello creando un ambiente ideale per un apprendimento corretto. Quindi l’attività fisica non combatte solo patologie croniche, il sovrappeso. Ha un impatto positivo anche sul QI. Infatti mentre si fa movimento c’è un incremento del flusso sanguigno cerebrale nel cervello che contribuisce ad aumentare i nutrienti necessari, inoltre favorisce il rilascio di neurotrasmettitori come epinefrina, norepinefina e seratonina”.

La terza e ultima abitudine riguarda lo stare all’aria aperta: “Vivere a contatto con la natura riduce l’esposizione dei bambini a fattori di rischio come l’inquinamento, permette di migliorare lo stile di vita del bambino aumentando l’attività fisica e le occasioni di socialità”.

Torta ricciolina

Ott 14
Scritto da Annamaria avatar

Non la conoscevo, ma ora che l’ho assaggiata ne sono conquistata. La torta ricciolina è tipica del Monte Amiata e della provincia di Siena ed è una vera bontà, sia come dessert la sera sia per la festa di compleanno del vostro bambino. Come realizzarla a casa tutte sole? Ecco la ricetta.

Per fare la torta ricciolina occorre avere:

PASTA FROLLA:

  • 100 g di burro freddo
  • 150 g di zucchero semolato
  • 1 uovo
  • 2 tuorli
  • 300 g di farina 00
  • 8 g di lievito per dolci
  • sale

RIPIENO:

  • 1 uovo
  • 50 g di zucchero semolato
  • 100 g di farina 00
  • 250 ml di latte intero
  • 2 cucchiai di crema spalmabile al cioccolato
  • 80 g di nocciole non spellate
  • 50 g di mandorle non spellate

COPERTURA:

  • 2 albumi
  • 100 g di zucchero semolato
  • cioccolato fondente

In una ciotola capiente mettere zucchero e burro, aggiungete l’uovo, i tuorli, un pizzico di sale e lavorate con la frusta, poi unite anche farina e lievito. Impastate fino a ottenere una pasta omogenea, con le mani formate quindi un panetto e avvolgete l’impasto con la pellicola, ponetelo in frigo per almeno 30 minuti. Passate al ripieno.

In una casseruola mescolate zucchero, farina e uovo, unite il latte portato quasi all’ebollizione, mescolate con la frusta mentre la pentola è sul fornello a fuoco basso. Quando la crema sarà abbastanza densa, versatela in una ciotola e fatela raffreddare, aggiungete, quindi, la crema di cioccolato e la frutta secca tagliata in modo grossolano: il composto deve essere ben amalgamato.

Riprendete la pasta frolla, spianatela e inseritela in uno stampo precedentemente imburrato e infarinato, di 22 centimetri. Rifilate i bordi in modo che siano alti circa 4 cm e bucherellate la base. Distribuitevi sopra la crema al cioccolato e frutta secca, livellando il tutto. Stendete la frolla restante e ricoprite il ripieno, sigillando i bordi.

Nel forno già caldo a 180° fate cuocere la torta ricciolina per 40 minuti. Sfornate il dolce e lasciatelo raffreddare, poi toglietelo dallo stampo. Montate gli albumi con lo zucchero con lo sbattitore elettrico, quindi distribuite il composto ottenuto sulla superficie del dolce. Decorate con cioccolato fuso. Mettete la torta in forno a 200° per 1 minuto. Tiratela fuori: potete servirla.

ricciolina

Bambini: vademecum per sicurezza digitale

Ott 13
Scritto da Annamaria avatar

Una città si occupa dei bambini e gli adolescenti con un vademecum per benessere e sicurezza digitale dei più piccoli. Dato che la dipendenza dai device oramai è un fatto accertato, e non solo per i ragazzini, pure per gli adulti.

bambini vademecum per benessere e sicurezza digitale

Le “Raccomandazioni di Milano per il benessere e la sicurezza digitale di bambini e pre-adolescenti” saranno divulgate a tutte le famiglie attraverso le scuole. E’ un vademecum con otto raccomandazioni.

Il vademecum per il benessere e la sicurezza digitale dei bambini e pre-adolescenti è stato, redatto da Marco Gui, Marina Picca e Marianna Sala. E’ stato promosso da Comune di Milano, Università Bicocca, Ufficio Scolastico Territoriale di Milano, Ats Milano Città Metropolitana, Corecom Lombardia, Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP) . Il movimento “Aspettando lo smartphone” è nato nell’ambito del “Patto Educativo Digitale della città di Milano”, lo hanno voluto un primo gruppo di genitori che avevano deciso di non dare lo smartphone ai figli prima dei 13 anni. 

“Nel primo punto c’è la necessità di una formazione degli adulti e la consapevolezza dell’interferenza che il tempo trascorso davanti allo schermo pone nella relazione tra genitori e figli, facendo venire meno attenzione e confronto fin dalla primissima età. Si sottolinea poi che debba essere rispettata la privacy dei ragazzi (quanti genitori li utilizzano per creare contenuti e averne tornaconto economico o di visibilità?)”, scrive il Corriere della Sera, riportando la notizia. 

“Punto due: l’ingresso nel mondo digitale deve essere graduale e con contenuti selezionati dagli adulti e ciò non deve accadere solo in famiglia. Ci deve essere una convergenza a livello sociale. Punto tre: norme e divieti già ci sono, ma sono largamente disattesi (l’età dei videogiochi, l’uso dei social sotto i 14 anni etc): la rotta va invertita. Punto quattro: il possesso di uno smartphone personale, senza filtri e che permette l’accesso a internet illimitato è altamente sconsigliato sotto i 13 anni”. 

“Tra gli altri punti, il necessario bilanciamento tra vita mediata dalla tecnologia e la vita in presenza fisic., Aiutare i piccoli a sviluppare competenze digitali ma anche senso critico nei confronti dei contenuti che incontrano e delle fonti a cui si rivolgono. Maggior dialogo tra docenti e famiglie sull’opportunità o meno di assegnare compiti da svolgere online per un ‘diritto alla disconnessione’”

“E non dimenticare mai che un buon rapporto tra bambini e tecnologie digitali è un problema anche di salute pubblica (le dipendenze da cellulari e videogiochi portano a patologie fisiche come miopia, problemi di postura, cervicale, obesità e psichiche come ansia, depressione, ecc)”. 

“Le raccomandazioni nascono dal dialogo e dal confronto tra famiglie e scuola, università, ricercatori e pedagogisti, pediatri, giuristi e amministrazione. Un punto di partenza concreto, un riferimento che permette di superare la polarizzazione delle posizioni sui temi educativi e allo stesso tempo evita il sottrarsi a un dibattito che ha un carattere non solo locale, ma che viene affrontato in tutto il mondo e che non deve lasciare sole le famiglie”, sottolinea la vicesindaco e assessore all’Istruzione Anna Scavuzzo. 

Autostima bambini

Ott 09
Scritto da Annamaria avatar

Come far crescere l’autostima sin da bambini? E’ necessario che credano in se stessi sin da piccoli, affinché siano adulti migliori di noi. Su questo non ci piove. Ma spesso per i genitori non è facile, ci pensa, però, la psicologa infantile Tovah Klein a dare 5 consigli preziosi a riguardo.

autostima bambini

Le 5 strategie di cui parla la terapeuta sono da mettere in atto quotidianamente: servono ai bambini per accrescere l’autostima e avere maggiore fiducia in se stessi. “Ad essere flessibili, ad adattarsi e ad accogliere ciò che capita con la giusta apertura mentale”, chiarisce ancora l’esperta.

L’autostima diventa più alta nei bambini quando si fidano di mamma e papà. “I bimbi devono sapere che i loro genitori ci saranno per loro , qualsiasi cosa accada”, spiega la psicologa al DailyMail. “Il piccolo deve sapere che anche quando inciampa o quando non ne vuole sapere di ascoltare nessuno, i suoi genitori gli vorranno sempre bene”, precisa ancora.

I bimbi diventeranno più sicuri di sé se i genitori avranno il coraggio di condividere il proprio dolore con loro: “I piccoli imparano giorno per giorno cosa significa provare certe emozioni, i genitori devono ascoltarli e convalidarle facendoli sentire capiti”.

I piccoli devono imparare presto a essere indipendenti. Stando all’esperta questo accade se i genitori gli impongono inizialmente dei limiti: “Io consiglio uno stile genitoriale autorevole. Soprattutto nella prima infanzia, basato su una comunicazione aperta con i figli. Ma anche su regole precise”.

I bimbi non devono isolarsi, ma entrare sempre in connessione con gli altri: “L’empatia dei bambini nasce proprio dalla loro capacità di relazionarsi a quelle persone che vanno oltre la cerchia dei familiari”.

Per finire, l’ultimo consiglio riguarda la comprensione: mamma è papà devono premiare i traguardi dei figli, elogiando lo sforzo più che il risultato. “L’errore che molti adulti fanno è quello di partire prevenuti, ritenendo inammissibili alcuni atteggiamenti dei propri figli”, sottolinea la Klein.

Torta castagne e cioccolato

Ott 07
Scritto da Annamaria avatar

Come si suol dire, addolciamo l’autunno. Soprattutto se il tempo rimane così piovoso: quest’anno il clima estivo ci ha salutato presto, ahimè. Ma possiamo far gioire i piccini, immalinconiti dai ritmi scolastici, tra impegni extra, ore in aula e compiti, con un bel dolce. La torta castagne e cioccolato può fare al caso loro. Come si prepara?

Per fare la torta castagne e cioccolato in casa occorre avere:

50 grammi di Farina

50 grammi di Zucchero di canna

50 grammi di Burro

40 grammi di Castagne lessate

40 grammi di Marmellata di rosa canina

25 grammi di Cioccolato

2 Tuorli di uova

1 Albume di uova

1 cucchiaio di Latte

Sale

Burro e farina per lo stampo

Non è affatto complicato. Iniziamo sbriciolando le castagne. Poi grattugiamo il cioccolato. In una ciotola capiente lavoriamo a lungo lo zucchero con il burro, uniamo quindi i due tuorli di uova, la farina, un cucchiaio di latte, le castagne, il cioccolato. Infine montiamo a neve l’albume con un pizzico di sale e aggiungiamolo.

Mescoliamo con grande delicatezza l’impasto, quando sarà tutto ben amalgamato, versiamolo in uno stampo, non dimenticando, però, di averlo unto di burro e infarinato in precedenza, per evitare che il dolce si attacchi. Inforniamo a 175 °C per circa mezz’ora. Se non siamo sicuri della cottura, facciamo la classica prova stecchino. La torta castagne e cioccolato sarà pronta: l’ultimo tocco sarà una spennellatela con la marmellata di rosa canina, poi potremo servirla.

Bambini: attività fisica e sonno insufficienti

Ott 01
Scritto da Annamaria avatar

I dati dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Salute sono chiari. Preoccupano, invece, quelli di uno studio pubblicato su Jama Pediatrics e condotto con dati provenienti da 33 Paesi del mondo, di tre fasce di reddito, in sei regioni geografiche. L’attività fisica e il sonno sono insufficienti per 8 bambini su 10 tra i 3 e 4 anni, dicono i risultati finali. 

bambino tv

Ecco, mi conforta che per mia figlia non sia mai stato così: ha iniziato nuoto a 2 anni e 9 mesi, poi per due anni si è aggiunta la danza. A seguire solo la seconda, per 5 giorni la settimana. Ora Bibi, che a dicembre diventerà maggiorenne, fa danza dal lunedì al sabato. Certo, a livello accademico, dato che questo vuole fare nella vita. Ma è riuscita a conciliarla con lo studio: frequenta l’ultimo anno del liceo classico. Se si vuole, fortissimamente si vuole, nulla è impossibile. Lo dico ai genitori indecisi sul far fare sport o attività di Alta Formazione ai loro pargoli.

Stando alla ricerca attività fisica e sonno sono insufficienti per la gran parte dei bambini che passano, però, troppo tempo davanti ai video. Le linee guida dell’Oms raccomandano 180 minuti al giorno di attività fisica totale e 60 minuti al giorno di attività fisica di intensità moderata o vigorosa. Riguardo al tempo davanti al Pc, l’Organizzazione Mondiale della Salute specifica di non passare oltre un’ora al giorno davanti allo schermo e poi consiglia una durata del sonno di 10/13 ore.

Lo studio, internazionale, è stato coordinato da esperti del National Institute for Applied Statistics Research Australia. Era finalizzato proprio a verificare la quota di bambini di 3 e 4 anni che soddisfano queste linee guida. Più in generale, il comportamento sedentario in 33 Paesi. L’attività fisica è stata misurata con accelerometri da polso mentre le informazioni sul sonno e sull’uso di schermi sono state fornite dai genitori, si legge su Rai News. Alla fine i dati sono stati sconfortanti. L’attività fisica e il sonno sono insufficienti per 8 bambini su 10 nella fascia di età che va dai 3 ai 4 anni. Quando vedete vostro figlio imbambolato davanti alla tv, al pc o al tablet e peggio ancora allo smartphone, pensateci.

Bombe alla Nutella

Set 30
Scritto da Annamaria avatar

Lo so, si possono concedere solo ogni tanto, ma quanto sono golose? Sto parlando delle bombe alla Nutella, una merenda che farà letteralmente impazzire i vostri bambini e i loro amici. Se avete compagnia a casa regalate ai piccoli questa sfiziosissima sorpresa, realizzandole voi a casa, senza uscire a comprare quelle già pronte.

bombe alla nutella

Per fare circa 12 bombe alla Nutella vi occorrerà avere:

  • 250 g di farina 00
  • 250 g di farina manitoba
  • 200 g di latte intero
  • 100 g di burro morbido
  • 100 g di zucchero semolato
  • 1 uovo
  • 1/2 bacca di vaniglia
  • 7 g di lievito di birra disidratato
  • 1 cucchiaino di sale
  • Nutella qb
  • zucchero a velo per spolverizzare
  • olio di semi di arachidi per friggere

Versate le farine in una ciotola capiente. Se avete la planetaria meglio ancora, altrimenti servirà un po’ di olio di gomito. Aggiungete lievito, metà del latte, semi di vaniglia, uovo e zucchero. Lavorate con la frusta a bassa velocità, unendo il latte restante a filo, fino aquando non sarà tutto amalgamato. A questo punto con la planetaria montate il gancio a uncino e impastate per 15 minuti circa aggiungendo il burro a cubettini poco alla volta e da ultimo il sale. Fate lo stesso anche se state facendo con frusta a mano.

Quando l’impasto sarà liscio ed elastico, mettetelo all’interno di un contenitore. Copritelo con la pellicola alimentare e lasciate lievitare nel forno spento per circa 2 ore, dopo rovesciatelo sulla spianatoia appena infarinata. Stendetelo quindi col mattarello, lo spessore deve essere circa 1 cm. Ricavate, anche solo con un bicchiere, 12 dischi, disponeteli su carta forno, copriteli con un canovaccio e fateli lievitare per altri 45 minuti.

Friggete le bombe in olio di semi a 165° girandoli su entrambi i lati per 4 minuti ciascuno. Scolateli con un mestolo forato e fateli asciugare su un piatto con carta da cucina. Mettete quanta Nutella vorrete dentro usando una sac à poche, praticando un foro laterale. Poi guarniteli con lo zucchero a velo. Le bombe alla Nutella sono pronte

Bambini: fai bei sogni

Set 25
Scritto da Annamaria avatar

Quante volte dando la buonanotte ai nostri piccoli l’abbiamo detto: Fai bei sogni”. E in effetti i bambini attraverso i sogni possono raccontare molto di loro. 

bambini fai bei sogni

Oggi si celebra proprio la Giornata mondiale dei sogni. Fai bei sogni, deve essere un vero incoraggiamento per i nostri bambini. “Quando dormiamo, il nostro cervello si trova a confronto con tutto ciò che lo ha stimolato, nutrito o turbato durante il giorno. E’ un po’ come se di notte, la nostra mente si prendesse la rivincita e ci mostrasse il mondo, le emozioni, le paure e i desideri da un’altra prospettiva, proponendoci una nuova visuale da cui rivedere ciò che abbiamo vissuto. Nei bambini, tutto questo accade in maniera ancora più potente”, dice Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta.

L’esperto dell’età evolutiva e ricercatore all’Università degli Studi di Milano sottolinea all’Ansa quanto per noi genitori sia importante capire i bambini. “Fai bei sogni” è un invito perché “i sogni ci aprono la porta verso il mondo interiore dei nostri piccoli”. 

“Ci fanno capire quelle dinamiche che loro non riescono a descrivere a parole, ci raccontano desideri, fantasie, ma anche ansie e paure. I bambini del terzo millennio si trovano in una quotidianità piena di emergenze, dalle guerre al Covid fino alle minacce di un meteo impazzito, e spesso non riescono a rimettere in ordine tutti i pezzi di questo domino fuori controllo. Queste paure si manifestano nei sogni notturni causando a volte risvegli improvvisi, richieste di essere abbracciati e confortati”, spiega Pellai.

Dobbiamo chiedere ai bimbi di raccontarci quel che sognano: “Usare fantasia e immaginazione per rendere le loro notti più belle e più piene aiuta i bambini a sviluppare capacità fondamentali nella vita reale come la creatività, l’empatia, la consapevolezza di sé e il problem solving. Sognare, insomma, fa bene alla mente”.

Cinque consigli per far sognare e raccontare ai nostri figli:

1. Create il rito della nanna: aiutate i bambini ad avvicinarsi al momento del sonno con piccoli rituali, come la storia della buona notte, la ninna nanna e una piccola lampada vicino al letto. Si tratta di azioni ripetitive che contengono codici affettivi e servono a far sentire i piccoli tranquilli e protetti nel momento in cui si abbandonano al territorio del sonno.

2. Aiutate i bambini a immaginare ciò che sogneranno: raccontate i vostri sogni più belli o chiedete loro cosa vorrebbe immaginare. Fare questa attività nel tempo immediatamente precedente all’addormentamento aiuta il cervello a predisporsi a “buoni sogni”.

3. Tenete il diario dei ‘sogni belli’ e disegnate: chiedete ai vostri figli cosa hanno sognato e scrivetene un breve riassunto su un diario da tenere sempre sul comodino. Quando li addormentate alla sera, di tanto in tanto potete leggere queste storie per allontanare paure e incubi. Non solo: aiutateli a condividere questi contenuti con un disegno. Mettere le emozioni notturne su un foglio aiuta i vostri figli a condividere i loro stati emotivi e li rassicura sulla vostra presenza come custodi della notte. Questi gesti, poi, creano momenti di dialogo e condivisione sul tema.

4. Inventate nuovi finali per gli incubi: se al mattino i bambini vi raccontano un brutto sogno, proponete loro di immaginare come sarebbe andata a finire la vicenda, aiutandoli a costruirsi un finale positivo. Questo li tranquillizza e facilita il non ripetersi degli incubi.

5. Imparate a vedere che cosa si nasconde dietro i sogni: storie e immagini notturne celano sempre desideri, voglie e paure. Rimanere in contatto con tutto questo vi permette di supportare al meglio i vostri figli nella loro crescita.